Glamour e ambizione nello spazio

 
 
 

Blue Origin ha completato con successo il suo undicesimo volo spaziale con equipaggio nell’ambito del programma New Shepard (1). L’equipaggio, composto interamente da donne, includeva l’ex scienziata missilistica della NASA Aisha Bowe, l’attivista per i diritti civili Amanda Nguyễn, la giornalista e conduttrice televisiva Gayle King, la cantante pop Katy Perry, la produttrice cinematografica Kerianne Flynn e la filantropa e giornalista Lauren Sánchez, che ha svolto un ruolo centrale nell’organizzazione della missione.

Il volo è stato presentato come una continuazione dell’eredità della cosmonauta sovietica Valentina Tereshkova, che nel 1963 divenne la prima donna nello spazio, orbitando attorno alla Terra per 48 volte durante una missione solitaria di quasi tre giorni a bordo della Vostok 6. Tereshkova, insignita del titolo di Eroe dell’Unione Sovietica e simbolo dell’emancipazione femminile a livello globale, è tuttora una figura venerata in Russia e oltre. La sua missione, profondamente radicata nel contesto ideologico della Guerra Fredda, rappresentò non solo un traguardo tecnologico, ma anche un’importante conquista politica e culturale nella lotta per la parità di genere.

Al contrario, la recente missione di Blue Origin, pur storica in quanto primo volo spaziale interamente femminile dalla missione di Tereshkova, riflette un’epoca profondamente diversa—dominata dall’esplorazione spaziale commerciale e dalle aziende private. Della durata di soli 10 minuti e 21 secondi, il volo del New Shepard ha posto l’accento più sulla partecipazione simbolica che su un intento scientifico. Sebbene tutte e sei le partecipanti abbiano espresso il desiderio di ispirare giovani ragazze e donne, la missione ha assunto anche un tono fortemente glamour e orientato all’intrattenimento.

In un’intervista rilasciata ad Elle (2), l’equipaggio ha sottolineato il proprio impegno verso lo stile e l’espressione personale. Katy Perry ha dichiarato: “Lo spazio sarà finalmente glamour,” aggiungendo con ironia: “Metteremo il ‘culo’ nella parola astronauti.” (in inglese, “We are going to put the ‘ass’ in astronaut”). Queste affermazioni evidenziano un cambiamento culturale: dallo spirito ideologico e pionieristico dell’esplorazione spaziale delle origini, a un approccio più consumistico e attento all’immagine, caratteristico dell’era del Nuovo Spazio (dall'inglese, “New Space”) che vede un coinvolgimento ed una iniziativa sempre maggiore dei privati, e nella quale gli Stati Uniti detengono oggi una posizione dominante.

Se la missione di Tereshkova affondava le radici nelle rivalità geopolitiche e ideologiche del XX secolo, i voli spaziali commerciali odierni si inseriscono in un mondo plasmato dal capitalismo assoluto e dal "branding" individuale. Ciononostante, entrambe le missioni—seppur in contesti radicalmente diversi—hanno contribuito, ciascuna a suo modo, all’evoluzione della narrazione sul ruolo delle donne nello spazio. Durante la breve esperienza in assenza di gravità, l’equipaggio ha manifestato stupore e meraviglia, come registrato nel livestream della missione. Le partecipanti sono state udite mentre ammiravano la luna e, successivamente, esplodevano in grida di entusiasmo all’apertura dei paracadute nella fase di rientro. Dopo l’atterraggio nella valle polverosa, il controllo missione ha dato loro il bentornato: “Congratulazioni, e ben tornate sulla Terra.” Pochi istanti dopo, il portello della capsula si è aperto e le sei donne sono uscite—alcune visibilmente commosse, altre esultanti. Sia Perry che King si sono inginocchiate per toccare e baciare il suolo.

Riflettendo sull’esperienza, King ha dichiarato: “È stranamente silenzioso lassù. Davvero silenzioso e pacifico, e guardi giù verso il pianeta e pensi: Davvero veniamo da lì? Per me è stato un promemoria che dobbiamo fare di meglio, essere migliori.” Katy Perry, che prima del lancio aveva lasciato intendere che avrebbe potuto cantare nello spazio, ha intrattenuto le compagne di volo con una versione di What a Wonderful World di Louis Armstrong. In seguito ha spiegato: “Non si trattava di me o delle mie canzoni—si trattava di un’energia collettiva. Di creare spazio per le donne del futuro, occupare quello spazio e sentirsi parte. Si trattava di questo meraviglioso mondo che abbiamo visto là fuori e imparare ad apprezzarlo. Tutto questo è per il bene della Terra.” Lauren Sánchez, sopraffatta dall’emozione al momento dell’uscita dalla capsula, ha avuto difficoltà a descrivere l’esperienza a parole. Quando le è stato chiesto di riassumere il volo con una sola parola, ha scelto “profondo”, mettendo in evidenza il contrasto tra l’oscurità dello spazio, la luna luminosa e la vista mozzafiato della Terra. “Sembrava un gioiello,” ha detto. “Era silenziosa. Sembrava respirare. Era così viva.” Amanda Nguyễn, che ha portato con sé un braccialetto ospedaliero legato a un trauma passato come simbolo del suo percorso di guarigione, ha voluto lanciare un messaggio di speranza ai sopravvissuti di violenza sessuale: “Voglio solo che tutti i sopravvissuti sappiano che si può guarire—nessun sogno è troppo folle.” Anche Katy Perry ha portato un oggetto personale: una margherita, in onore della figlia Daisy e come simbolico omaggio alla Terra. “Le margherite sono fiori comuni, ma crescono in qualsiasi condizione,” ha spiegato. “Sono forti, resilienti, e si trovano ovunque. Per me, i fiori sono il sorriso di Dio—un promemoria della bellezza della Terra e della magia che ci circonda ogni giorno.” Ha aggiunto: “Mi sono sentita profondamente connessa all’amore—e anche ispirata.” Quando le è stato chiesto se scriverà una canzone sull’esperienza, ha risposto senza esitazione: “Al 100%.” La produttrice cinematografica Kerianne Flynn ha descritto il viaggio—e in particolare la vista della luna—come “l’esperienza più incredibile della mia vita.” Si è commossa pensando che i suoi cari la osservavano dalla Terra. “Spero solo che esperienze come questa possano aprire la strada affinché tutti possano avere questa possibilità.”

Il viaggio nello spazio può davvero essere un’esperienza che cambia la vita. Osservare la Terra da una prospettiva così unica – il cosiddetto "effetto panoramico" (in inglese, overview effect) – può essere profondamente rivelatore, alterando per sempre il modo in cui le persone si relazionano al pianeta. Tuttavia, accedere a un’esperienza così trascendente, ma al tempo stesso intrinsecamente rischiosa, rimane una sfida complessa. Uno dei punti critici riguarda la definizione del termine "astronauta". Da un punto di vista legale (3) e semantico, tale termine viene utilizzato in modo piuttosto disinvolto da Blue Origin e dalle altre aziende private statunitensi coinvolte nel turismo spaziale. Con il turismo spaziale sempre più vicino a diventare un fenomeno di massa, non si può ignorare il suo potenziale impatto ambientale, in particolare sull’atmosfera terrestre. Per essere chiari, questa missione rappresenta un passo importante verso una maggiore accessibilità dei voli spaziali. Tuttavia, mentre l’umanità cerca di estendere la propria presenza oltre i confini terrestri, dobbiamo anche confrontarci con le sfide correlate – tecnologiche, legali, politiche ed ambientali.

Proprio sul piano ambientale si è concentrata una parte significativa delle critiche rivolte a questa missione tutta al femminile. Si tratta però di critiche poco fondate: il razzo di Blue Origin utilizza idrogeno (H) e ossigeno (O) liquidi, producendo esclusivamente vapore acqueo (H₂O) e non anidride carbonica (CO₂). Anche considerando le emissioni indirette, l’impatto si stima intorno alle 100 tonnellate di CO₂: meno di quanto emette uno yacht in un fine settimana o dieci viaggi aerei intercontinentali.

Inoltre, l’intero settore spaziale globale è responsabile di meno dello 0,01% delle emissioni mondiali di CO₂. Per fare un paragone, il settore della moda è molto più inquinante, ma nessuno sembra mettere in discussione lo svolgimento delle sfilate.

È difficile classificare i partecipanti a tali missioni come "astronauti" nel senso tradizionale del termine. Non si tratta di astronauti professionisti; il termine "turisti" potrebbe essere più appropriato, anche se forse semplifica eccessivamente i rischi reali connessi al viaggio in orbita terrestre bassa. Ciononostante, missioni come questa aiutano la società a familiarizzare con le nuove possibilità dell’esplorazione spaziale. Inoltre, rappresentano banchi di prova fondamentali per affinare i modelli economici, politici e giuridici che definiranno il nostro futuro oltre la Terra.

BIBLIOGRAFIA

(1) La capsula New Shepard, non pilotata, può trasportare fino a sei passeggeri, ciascuno dotato di un proprio sedile accanto a uno dei finestrini più grandi oggi disponibili su una navicella spaziale. Blue Origin ha dichiarato che, oltre a offrire voli spaziali commerciali, il programma New Shepard mira anche a contribuire alla ricerca scientifica e al progresso delle conoscenze in ambito spaziale.
(2) https://www.elle.com/culture/celebrities/a64341516/blue-origin-female-flight-crew-space-interview-2025/
(3) I.E.S. Kiggundu, SUL REGIME GIURIDICO DELLE STAZIONI SPAZIALI ORBITANTI E LA PRIVATIZZAZIONE DEL DIRITTO SPAZIALE (2024), p. 69-133-134