Tu prono e muto

 

Oltre le tenebre
poco prima dell’alba,
tu prono e muto
sporgeva imponente
dal lenzuolo
del tuo dorso il tronco,
un poco mostrando
il grande gluteo.
Poggiai delle dita
l’anulare
sulla possente massa,
sentii un tremito
sul dorsale,
e la tua presenza
sostituire il torpore del sonno
animando la tua calda
viva carne
sotto le mie dita.

Scivolai la mano
sul tuo irruente granito.
Tu abdussi il gambo,
levasti le lenzuola,
dardi i tuoi occhi
diretti a me e me sola.
Ansimavi,
e tanto dolce
era la fatica del desiderio
che decisi di ricompensare
la tua smania
e calai il viso
tra le cosce
porgendoti le mie labbra avide.

Colta alla sprovvista,
di li a poco
fui spodestata dal mio
nobile ufficio
per ritrovarti
ingordo e potente
troneggiare su di me,
sorgendo come il sole,
e i tuoi raggi
illuminavano
la mia nuda brama.
Avvinghiavi i malleoli,
tuffandoti sulle mie dune
irresistibile,
e l’irruenza della tua ascesa
sul mio corpo
toglieva il fiato.
Senza freni le tue labbra
erano ora sul pube
e adesso vicine alle due vette
insorte,
graffio la tua schiena,
e nella morsa dei ginocchi
ti accolsi
tra le mie umide anse.

Fotografia: Dmitry Laudin

Fotografia:
Dmitry Laudin