Il piccolo loto e il gelsomino

 

Il loto giace sulla polla d’acqua
e il gelsomino sul suo arbusto
lo fissa, un’occhiata molto curiosa.

“Perché mi fissi, tu?” disse il loto.
“Tu sei un fiore stupendo, fresco,
sempre pulito, non sei spaventato?”

 Perché spaventato? Non capisco.
“Le cose belle appassiscono sempre,
ma nella notte durano ancora un poco."

“La notte è un mistero da abbracciare
raccolti, invece  te e le tue parole?
Chissà cosa devi confabulare 

di sì urgente con la nostra luna,
Poi correggiti caro gelsomino.
Non vedi? La mia natura è donna.”

 Il loto mostrò un caratterino!
“Scusami ma qui su questo albero,
non vedo bene e paio stupidino.”

“Gelsomino, l’aspetto libero
che vai mostrando solo alla sera
ti chiude al mondo e al suo oro.”

“Piccolo loto, vedi, io non ho paura,
io vedo te, la foresta, il cielo e il mondo,
tu sei pura e spesso non basta, cara.

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