Disordine mondiale

 

Molto si è detto della guerra che vede a confronto l’Ucraina e la Federazione Russa. Una guerra che dura da otto anni e che il 24 Febbraio 2022 ha dismesso i panni di una guerra locale convenzionale per evolversi in uno scontro aperto e ideologico nel quale confluiscono diverse motivazioni e obiettivi molteplici.

Facciamo prima una doverosa premessa: la guerra, purtroppo, è l’ultimo strumento cui si ricorre per derimere le controversie da quando la specie umana vive sul pianeta Terra. Quando ogni trattativa fallisce, le divergenze sono insanabili, imperversa sfiducia e animosità tra le parti, la guerra rappresenta l’ultima risorsa. E la guerra è brutta. Ogni guerra è orribile. Ogni guerra lascia dei traumi che saranno trasmessi alle successive generazioni. La guerra porta con sé dolore e un odio indicibile. Non dovremmo mai gioirne.

La guerra russo-ucraina vive in un immaginario conteso. Le parti effettivamente in lotta hanno entrambe valide ragioni per ingaggiare nell’ostilità, le motivazioni del blocco occidentale invece appaiono poco ben fondate.

Fin dall’inizio, da Washington a Bruxelles, la guerra è stata definita come la lotta della democrazia globale contro l’autocrazia. Una guerra tra l’impero della libertà e le forze dell’oscurità. Ed è curioso che questi termini vengono spesi tra colleghi in affari. Gli Stati Uniti, l’Unione Europea e la Russia hanno fatto affari per tre decenni arricchendosi vicendevolmente. Inoltre, gli americani insieme ai russi, pilotano una stazione spaziale grande quanto uno stadio di calcio a 400 chilometri sopra il livello dal mare da circa vent'anni. Si conoscono bene, e certamente il blocco occidentale conosce meglio i russi di quanto conosca gli ucraini. Certamente, quindi, una tale profusione di poesia e convincimento che caratterizza la propaganda che ne scaturisce può rabbonire l’elettorato ma certo non è qualcosa che si può ritenere possa trovare forti sostenitori al di fuori del perimetro occidentale.

Già tre anni prima dello scoppio della guerra, ad una conferenza ospitata dal Raisina Dialogue, il ministro degli esteri Indiano Subrahmanyam Jaishankar (1), diceva:

“Ad essere onesto, una cosa che mi lascia molto perplesso circa il pensiero americano e per certi versi quello europeo, è questa ossessione con la Russia. (Rivolgendosi all’intervistatore) vedete, è così emotivo, viscerale come quello che ha l’India con il Pakistan tuttavia noi non abbiamo passato leggi per sanzionare il Pakistan.” E continua dicendo: “Mi spiego meglio. Perché non abbiamo passato leggi per sanzionare il Pakistan? Vedete, in questa nostra parte di mondo, riceviamo consigli da altre persone che ci dicono cose tipo: “siate pragmatici”, “siate razionali”, “non potete non parlare con gli altri” “sì magari fanno cose brutte ma ci dovete convivere” e vedere ad un certo punto così animosi le stesse persone che sono sempre pronti a dare un consiglio a come gestire la tua vita, insomma, l’eccesso cui tutto questo è arrivato ha raggiunto un punto che non non sono nemmeno sicuro sia intelligente. Abbiamo delle differenze di prospettiva ma certamente non ideologiche.”

Tre anni dopo, tuttavia, lo scoppio della guerra in Ucraina, la questione si è rivelata essere assolutamente ideologica. Per i russi sembra avere i connotati di una discesa in campo, anzi di un ritorno al campo, pronti a mostrare ai nemici di essere ancora in grado di fare la guerra e di fare capire agli ucraini (dei fratelli ribelli ai loro occhi), chi comanda o creare sufficiente distruzione per aver osato indurre il nemico alle porte di casa. E poi c’è tutto il blocco occidentale che dall’alto del suo benessere non ha inviato alcun esercito, non ha lanciato alcuna bomba, perché la ragione sembra essere quella di non voler intensificare ulteriormente il conflitto, quindi sia Washington sia Bruxelles hanno deciso di porre delle sanzioni economiche alla Russia. Beni della classe medio-alta della borghesia russa sono stati congelati, sequestrati e a molte aziende occidentali è stato proibito di lavorare all’interno della Federazione Russa e alcune altre sono state invitate ad abbassare la saracinesca. La spirito di solidarietà che ha permesso questa amputazione economica che ha gettato nel caos l’economia e lo scambio commerciale mondiale, si fonda principalmente sui seguenti punti:

  • questa guerra è unicamente orrenda,
  • l’invasione dell’Ucraina è illegale,
  • Vladimir Putin è un dittatore che tiene in ostaggio la Russia
  • gli ucraini sono come noi, e quindi meritano di essere aiutati.

Il motivo per cui queste affermazioni riescano a farsi strada nelle coscienze dei popoli che abitano in occidente sono due malposte credenze:

  • il vivere con una concezione post-storica della storia. Secondo questa concezione il colonialismo prima e l’Imperialismo poi, appartengono a qualcosa di remoto, lontano, e questo un po’ per autoassolversi e non confrontarsi con i rivoli di sangue del passato, e quindi a non pensare nella loro totalità tutte le vicende che hanno condotto alla supremazia occidentale degli ultimi cinque secoli e alle recenti guerre mondiali che possono essere considerate un conflitto tribale europeo condotto su scala planetaria. L’Occidente ha violato il diritto internazionale, non è stato ugualitario, ha oppresso, ha condotto dichiarato guerra a quasi tutti i popoli sulla Terra, e se c’è una minaccia a livello globale, il resto del mondo ha molti più motivi di ritenere che sia tra Washington e Bruxelles che da qualche altra parte.
  • La convinzione di essere maggioranza dell’umanità sulla Terra, e che quindi l’umanità sia bianca, cristiana di tradizione europea, quando invece l’occidente rappresenta una parte minoritaria dell’umanità, una parte ricca e armata fino ai denti, e che in virtù di quanto detto poc'anzi le sue decisioni e riflessioni hanno portata universale e necessaria.

Lo scatenarsi della guerra ha creato immediatamente una scala di valori per cui la vita degli ucraini è parsa valere più di altre (2) allo stesso modo più sventurate perché bianchi, cristiani, biondi con gli occhi azzurri. La guerra in Ucraina è anche singolare perché l’Ucraina non è in Unione Europea, non è nella NATO, ed è stata elevata a baluardo della civiltà occidentale non certo per storia ma per pura convenienza. Molti politici e giornalisti (3) hanno cominciato a dire: “una guerra così non si era mai vista in Europa”, aggiungendo “che la gente che fugge sono famiglie europee che potrebbero essere tranquillamente i vostri vicini di casa”, o ancora “l’Ucraina non è un paese in via di sviluppo del terzo mondo” insomma, questi signori suggeriscono chiaramente l’idea che non è una cosa da bianchi fuggire dal proprio paese e che è un costume che appare più consono a più scuri soggetti, senza contare la promozione di foto di bimbi soldato ucraini con lo sguardo fiero pronti a combattere, e qualcuno persino con fucile in mano e lecca-lecca in bocca. Il conflitto è stato inteso dalla classe dirigente occidentale come uno scontro di civiltà che va al di là di un mero conflitto armato per assumere una dimensione che ha quasi i connotati di una guerra santa. A causa di questa impostazione che ha radici storiche e ideologiche misto al distacco creato dalla alta qualità della vita e dal benessere, il conflitto in Occidente è stato ridotto ad una tifoseria da stadio, dove c’è la squadra del cuore e quella avversaria; dove la guerra è tra le forze del bene e quelle del male. Peccato che lo stesso zelo non c’è per le tanti morti innocenti vittime dell’interventismo occidentale in Libia e nello Yemen, per citarne giusto alcuni. Tuttavia, lo scontro non vede truppe occidentali nel suo territorio a combattere, perché essendo la Russia una potenza nucleare, gli stessi ucraini si ritrovano a fare una resistenza ibrida, dove non è concesso loro attaccare la Russia e che allo stesso tempo il conflitto è stato recintato all’interno del loro stato. L'Ucraina quindi si ritrova vittima di una aggressione imperialista ad Est e di un opportunismo imperialista ad Ovest. Stiamo assistendo all'immolazione del vecchio ordine mondiale sulla carne viva degli ucraini che hanno tutte le ragioni di contrastare i russi, ma i suoi opulenti alleati hanno pensato bene di magnificare questo martirio rendendo di fatto la guerra trendy, cool, social, pop, glamour, animalista, una resistenza esaltata come nessuna mai al limite del militarismo, ovviamente per procura.

L’Ucraina prova a guidare la guerra attraverso l’esposizione mediatica sfruttando i mezzi di comunicazione forniti dagli alleati insieme alle armi. Infatti, il blocco democratico ha letteralmente inondato il paese ucraino di armi con l’accordo di respingere i russi ma non di attaccarli quindi, una ipotetica marcia degli ucraini verso Mosca appare totalmente irrealistica. Il respingimento dei russi appare assai più accessibile, ma certamente più impegnativo anche se appare inverosimile che la bandiera ucraina possa tornare a sventolare sulla Crimea e nella regione del Donbass; tuttavia, è uno scenario non da escludere, e allora la domanda nasce spontanea. Come è possibile vincere questa guerra? E poi gli ucraini hanno davvero bisogno di così tante armi? Non credo ci sia altro esempio al mondo di un paese che abbia goduto di un così vasto aiuto militare. Gli alleati dell’Ucraina parlano di ideali ma nessuno vuole sacrificarsi in territorio ucraino. Non lo auspico, ma per molto meno si è invaso l’Iraq che ha sofferto per anni un odioso embargo (che costò la vita a mezzo milione di bambini per la quale il segretario di stato americano di allora affermò in una intervista che ne valesse la pena) ha subìto un bombardamento a tappetto del proprio territorio che ha ucciso uomini, donne e bambini, con annessa uccisione di Saddam Hussein in mondovisione, seguito poi dal controllo dell'intero territorio iracheno da parte di un governatore delle forze di occupazione americana che ha svenduto le risorse del paese alle loro aziende private.

L’Ucraina stessa si muove in maniera molto goffa, perché la sua classe dirigente si è ritrovata a gestire un consenso amorfo al di fuori del suo territorio, e fa fatica a gestirlo.

Inoltre, la terra dei campi di grano è tristemente famosa per essere diventata la destinazione preferita per suprematisti bianchi da ogni parte del globo. Parliamo di uomini e donne che in nessun modo credono nell’uguaglianza della specie umana bensì la superiorità o se vogliamo dell’eccezionalità della razza bianca.(4) Animati dalle imprese delle frangie ultranazionaliste dopo l’Euromaidan, molti di questi signori hanno pensato che fosse una buona idea supportare la loro causa. La Storia si stava dispiegando dinnanzi ai loro occhi e molti ne volevano far parte; ma per tanti c’era altro: chi in cerca di avventura, posizione sociale o allenamento militare, insomma si sono tutti messi in cammino. Un flusso di combattenti di estrema destra che ha di fatto reso l’Ucraina il fulcro di una rete transnazionale di suprematisti bianchi. Il battaglione Azov ha per molto tempo tentato di diluire i propri elementi estremisti ma molti dei loro membri abbracciano l’ideologia del suprematismo bianco. Andriy Biletsky, primo comandante del battaglione ed ex parlamentare, ha guidato un’organizzazione paramilitare neo-nazista chiamata “Patrioti dell’Ucraina” e nel 2010 ha dichiarato che la missione della nazione ucraina è quello di “guidare la razza bianca nell’ultima crociata contro i subumani guidati dagli Ebrei”. (5) Cosa hanno tutti questi militanti in comune? Questi combattenti sono accumunati dal fatto di sentire che presto vi sarà una battaglia per preservare la cultura bianca europea, e questo li spinge ad apprendere tecniche di combattimento e tattiche di guerra. (6)

I politici occidentali hanno finanziato le aspirazioni belliche di questi signori, non solo in nome della difesa dell’Ucraina contro la Russia, ma in nome della guerra santa del mondo libero contro le autocrazie.

Tutte queste considerazioni non devono però portare a giustificare una guerra di aggressione e arrivare a parteggiare per l’una o l’altra parte. I russi non sono santi e come popolo hanno una concezione di sé molto profonda e una vocazione imperiale. La Russia deve guidare il mondo. Un popolo slavo che abbraccia continente europeo e asiatico, e questa espansione è stata fatta anche con la forza bruta e con la volontà di "russificare" popoli vicini e i lontani. Così l’impero zarista si è mosso nei secoli e per poi vedere il proprio nazionalismo ammantato di universalismo nella Russia Sovietica. Nei confronti dell’Ucraina storicamente i russi hanno adottato ogni misura pur di assimilarne il popolo. Caterina la Grande colonizzò la Crimea e la sviluppò a scapito della popolazione tataro-musulmana e i nuclei residui ellenici sul territorio. Successivamente lo zar Alessandro II proibì la stampa o l’importazione dall’estero di qualsiasi elemento di letteratura ucraina e qualsiasi esibizione o trascrizione delle musiche popolari ucraine. Per non parlare di tutti i richiami da parte dei dirigenti dell’Unione Sovietica di proibire qualsiasi forma di quello che loro chiamavano "ucrainizzazione". Insomma, l'Ucraina è un paese che per secoli ha sempre lottato per la sua libertà e identità contro un vicino che col suo atteggiamento paternalistico si è sempre posto come un genitore abusivo. E per ingaggiare questa lotta gli ucraini hanno per molto tempo corteggiato senza successo l’Unione Europea che ha sempre visto il territorio ucraino come un crocevia lontana e il popolo ucraino come dei russi lontani ma pur sempre russi, tant’è che per molti in Europa erano una cosa sola. E lo sono stati. Questo passato così conflittuale pesa nei rapporti tra Ucraina e Russia. Mosca ha sempre ritenuto Kiev parte dello Russkiy Mir che racchiude in sé al tempo stesso tre elementi: la comunità russa, l’ordine russo e il mondo russo.(7) Il Presidente della Russia, Vladimir Putin, ha spesso fatto riferimento a questo grande sentimento nazionalista della nazione slava per poi giustificare l’invasione scrivendo una lunga tesi sui legami fraterni tra Russia e Ucraina. L’Ucraina è per i russi e per la maggior parte dei popoli orientali europei un po’ come è stata la civiltà greca per l’Impero Romano. Il territorio vanta i più antichi luoghi di insediamento umano dopo l’ultima era glaciale e che nel Mesolitico hanno cominciato a praticare l’agricoltura, la pratica delle pietre tombali, idoli in pietra, le donne di pietra di Zaporizhia, l’adozione e lo sviluppo dell’alfabeto cirillico antico presso la Rus’ di Kiev che si è poi diffuso da Mosca a Petropavlovsk-Kamčatskij, e in ucraino scriveranno le loro poesie Taras Shevchenko e Larysa Petrivna Kosač-Kvitka, fino ad arrivare a Brezhnev e Khrushchev dirigenti della nomeklatura comunista dell’Unione Sovietica o ancora il pianista e compositore Nikolaj Girševič Kapustin; insomma, un complesso di eredità storiche che i russi hanno acquisito e di cui si fanno portatori e difensori, ma che gli ucraini vedono come un vero e proprio furto. (8) E dal punto di vista degli ucraini, queste ragioni storiche sono alla base del complesso di inferiorità dei russi. Moscovia fu in epoca feudale il più piccolo dei ducati russi che nel corso del XVI secolo estese il suo dominio nella parte nord-est dei territori russi costituendo così il nucleo da cui emerse prima il regno della Grande Russia e in seguito l'impero di tutte le Russie. (9) Senza l’Ucraina, la Russia quindi perde la sua identità storica di forza unificatrice di tutte le Russie ed è per questo che vogliono l’Ucraina parte della Federazione Russa o comunque sotto controllo russo. I Russi in buona sostanza temono quei discendenti della Russia primigenia che si definiscono ucraini. Il conflitto assume quindi un aspetto esistenziale che si discosta da quello occidentale della democrazia contro l’autocrazia, il risorgere dell’Unione Sovietica oppure una rifondazione dell’Impero Russo con lo zar Vladimir Putin, la questione fondante e se la Federazione Russa ha diritto a definirsi russa piuttosto che orda barbarica asiatica o semplicemente meri Moscoviti. La questione diventa ancora più incandescente agli occhi del Cremlino sul piano geopolitico dove la guerra diventa la sola via percorribile nei confronti dei dirigenti di Kiev che accusano di aver svenduto la loro autonomia, la loro storia e complottato insieme all’Occidente per un cambio della classe dirigente in Russia.

La Russia ha tendenze imperialiste tanto quanto gli Stati Uniti d’America, con la sola differenza che gli Stati Uniti sono la sola nazione cui imperialismo ha raggiunto scala planetaria. La fine del secolo scorso però ha convinto in Occidente di essere in un certo senso l’apice della civiltà e compimento naturale di ogni organizzazione sociale umana.

E fu così che In Occidente si è celebrata la fine della Storia.(10) A Washington hanno stappato lo champagne, tuttavia trent’anni dopo forse, lentamente, si sta scoprendo che la Storia non solo non è finita, ma si può agire e ridefinire le regole del gioco.

In Occidente si pensa di essere degli agenti al di fuori dello spazio-tempo di essere fautori della modernità, anzi, pensiamo di essere la modernità stessa. Visto che siamo arrivati prima (nella modernità), è dominante l’idea di possedere la via privilegiata verso la modernità e la naturale tendenza è quella di universalizzare l’esperienza occidentale. Atteggiamento che ha reso l'Occidente “la più provinciale di tutte le grandi civiltà contemporanee". (11) Non solo il mondo anglo-sassone o, in senso lato, l'Occidente non ha avuto una visione esterna di sé nei tempi moderni. Gli occidentali non hanno mai dovuto prendere sul serio le opinioni degli altri su di loro. Né, come i rappresentanti delle altre grandi culture, hanno deliberatamente smantellato gran parte della propria eredità culturale per poi ricomporla subito dopo per sopravvivere. Questa circostanza ha generato quello che potrebbe essere il sommo paradosso, vale a dire che gli occidentali, che hanno fatto più di molti altri popoli per creare il mondo moderno, sono i meno capaci a comprenderlo. (11)

Con lo scatenarsi del conflitto russo-ucraino, l’Occidente collettivo (come Mosca bolla gli Stati Uniti e i suoi alleati) ha così assunto una impostazione manichea sul conflitto, gravida di riferimenti alla guerra contro il Nazismo e il Fascismo condotta da Stati Uniti e Regno Unito come evento cruciale e fondativo di cosa sia bene e cosa sia il male a livello mondiale. Un metro morale sul quale da Bruxelles a Washington fanno continui riferimenti e il fine non è dichiarato, ma palese: sconfiggere la Federazione Russa. Atteggiamento ideologico che rende il conflitto russo-ucraino senza storia, senza un passato, un conflitto ideale, un conflitto digitale.

Per molti occidentali, guardare il conflitto in Ucraina è diventato come assistere ad un evento calcistico in alta definizione sullo schermo di casa propria comodamente seduti sul divano. È una mentalità esacerbata dal bombardamento della propaganda occidentale che giustifica la spedizione di armi in Ucraina, il finanziamento della resistenza e che legittima la strategia atlantica delle sanzioni procedendo da un lato attraverso la santificazione di miti come il presidente ucraino Volodomyr Zelenskyi e i suoi eroici concittadini, dall’altro lato con la disumanizzazione dei russi, compresi i civili. La classe dirigente ucraina ha saputo sfruttare bene i potenti mezzi mediatici ed una decina di esperti di comunicazione, e trasformare la loro lotta in una sorta di resistenza interattiva. Le persone possono ora partecipare al sanguinoso spettacolo pagando denaro per mettere i loro slogan persino su bombe e droni diretti contro i russi e le popolazioni di lingua russa in lotta nei territori contesi.(12) Migliaia di occidentali non direttamente colpiti dalla violenza stanno giocando felicemente a questo videogioco interattivo, lanciando letteralmente messaggi come "Hey Russi! Spero che vi piaccia l'heavy metal ucraino", fino ai più raffinati "Russi vaffanculo!". (13)

L'indulgenza alla violenza ha assunto un nuovo livello diventando quasi come un videogioco interattivo in cui osservatori lontani possono diventare partecipanti indiretti al conflitto. È necessario un certo livello di audacia per essere così coinvolti in un conflitto tra due paesi, uno dei quali molti non riuscivano nemmeno a identificare su una mappa all’inizio di quest’anno. Coloro che si abbandonano alla mercificazione della sofferenza del mondo reale non solo desiderano la morte di persone che non conoscono, ma pagano felicemente per diventare partecipanti indiretti.

Stando così le cose, perché quindi le nazioni occidentali economicamente e strategicamente dominanti non sono riuscite a garantirsi la denuncia mondiale di quella che è evidentemente una palese violazione del diritto internazionale? La risposta è semplice: potrebbe avere meno a che fare con l'Ucraina e più con l'America. C'è la paura e il sospetto tra le nazioni del mondo di essere trascinate in un'altra resa dei conti tra Stati Uniti e Russia. Kiev potrebbe essere la vittima e Mosca l'aggressore, ma agli occhi di molti Washington non è del tutto innocente in tutto questo.

Essendosi autoproclamati “poliziotti del mondo”, gli Stati Uniti sono accusati o sono visti interferire negli affari interni di altri stati con diversi pretesti, anche in Russia e Cina. Inoltre, i paesi occidentali a trazione americana, sono accusati di doppio standard quando si tratta di aggressione, occupazione e violazioni del diritto internazionale: una regola per gli alleati e un’altra per il resto del mondo, proprio come avvenne durante la Guerra Fredda. Quella guerra avrebbe potuto essere fredda nel nord, ma stava bruciando nel sud del mondo, dove Mosca e Washington si sono impegnate in conflitti per procura per promuovere i loro interessi, a prescindere dal costo umano. Ed è proprio tenendo conto di queste osservazioni che le affermazioni del ministro degli esteri indiano hanno maggior rilievo. Alla domanda rivoltogli da un giornalista se pensa che qualcuno aiuterà Nuova Delhi in caso di problemi con la Cina dopo che non ha aiutato altre nazioni per l'Ucraina, il ministro Jaishankar risponde:

"Ma questa idea di fare una transazione -- entro in un conflitto perché mi aiuterà nel secondo conflitto. Non è così che funziona il mondo. Molti dei nostri problemi in Cina non hanno nulla a che fare con l'Ucraina e non hanno nulla a che fare con la Russia. Sono antecedenti il conflitto." "In qualche modo, l'Europa deve uscire dalla mentalità secondo cui i problemi dell'Europa sono i problemi del mondo, ma i problemi del mondo non sono i problemi dell'Europa. Come dire, se sei tu, il problema è tuo, se il problema è mio, il problema riguarda tutti."

"C'è un collegamento oggi che viene creato. Un collegamento tra Cina e India e ciò che sta accadendo in Ucraina. I conflitti tra Cina e India sono avvenuti molto prima che accadesse qualcosa in Ucraina. I cinesi non hanno bisogno di un precedente da qualche altra parte per interagire o essere difficili con noi". Il ministro Jaishankar ha affermato che l'Europa ha taciuto anche su molti sviluppi in Asia. "Se dovessi prendere l'Europa collettivamente, il blocco è stato silenzioso su molte cose che sono accadute, ad esempio in Asia, tanto che potresti chiederti perché qualcuno in Asia dovrebbe fidarsi dell'Europa per qualsiasi cosa", ha detto. (14)

Riprende lo stesso tema il ministro degli affari esteri Naledi Pandor affermando che "in termini di interazione con alcuni dei nostri partner in Europa e altrove, c'è stato un senso di bullismo condiscendente 'O noi o loro'". Il ministro ha affermato [..] è importante che tutti rispettino le diverse opinioni delle diverse nazioni. “Dopotutto siamo nazioni sovrane riconosciute come uguali ai sensi della Carta delle Nazioni Unite. Possiamo differire in termini di potere economico e capacità economica di influenzare gli sviluppi in diverse parti del mondo, ma ciò che farà andare avanti il mondo è se ci rispettiamo a vicenda. Una cosa che decisamente non mi piace e che mi si venga detto: o noi o loro!,“ (15) Da Bruxelles nessun politico dell’UE ha voluto commentare queste dichiarazioni. (16) E sempre Africa, Macron dichiara che l’aggressione in Ucraina è simile nelle sue linee essenziali ai conflitti del XX secolo, persino del XIX secolo, e se aggiungiamo la sua dichiarazione che la Russia è l’ultima potenza coloniale, arriviamo sul ridicolo. Nella memoria storica di molti paesi africani la Russia ha finanziato molti movimenti di liberazione contro il giogo dell’imperialismo europeo. (17) Affermazioni come quelle di Macron incontrano non poco scetticismo a popoli con un’altra storia. Una storia nella quale l’Europa era aggressore e ha annesso territori, ridisegnato confini, depredato, schiavizzato, manipolato, e combattuto ferocemente ogni resistenza e afflato di libertà in nome della propria boria e dei propri interessi.

L’Occidente non è nella posizione morale per dire cosa è giusto e cosa e sbagliato, e questo permette a Putin di poter fare quello che vuole. (18) L’Ucraina si è ritrovata al centro di un ciclone perfetto. Tutti vogliono prendersi un pezzo dei sogni del popolo ucraino. La Russia ha rubato agli ucraini la sicurezza e la vita. I suoi alleati invece somministrano al paese armi, miseria estraendo opportunità solo per loro stessi. A partire dal Presidente degli Stati Uniti Biden che sembra si sia tuffato in Ucraina nella speranza di consolidare le sue credenziali di statista in un momento in cui sembrava stesse finendo la sua carriera politica. A quanto pare il paese aveva i giusti ed inquietanti ingredienti per una discesa in campo: minacciato dalla Russia, saccheggiato dagli oligarchi, afflitto da una classe dirigente di indecisi e invaso da estranei che speravano di guadagnare velocemente dal caos. Scrivendo nel suo libro di memorie del 2017, Biden ha affermato che l'Ucraina gli ha dato la possibilità di mantenere la promessa dell'infanzia di fare la differenza nel mondo. (19) Forse a questo pensava quando il figlio Hunter entrò a far parte del consiglio di amministrazione di una compagnia del gas ucraina (posizione valeva $ 50.000 al mese) che è stata oggetto di molteplici indagini sulla corruzione? O forse pensava ad un miglioramento quando Victoria Nuland commentò al telefono "Vada affanculo l'UE!" (20) rivelando fino a che punto Washington stesse avventatamente manovrando la situazione per indebolire il presidente filo-russo eletto dall'Ucraina, Viktor Yanukovich, appoggiando le richieste dei manifestanti di strada di Kiev. Ironia della sorte, l'UE aveva voluto prendere le cose più gradualmente all’epoca quando il 22 febbraio 2014 i ministri degli Esteri di Germania, Francia e Polonia, agendo per conto dell'UE, hanno negoziato un accordo di compromesso che prevedeva elezioni anticipate. La crisi sembrava essere stata disinnescata. La Russia non aveva gradito l'accordo, ma sembrava pronta ad andare avanti; ma nel giro di 24 ore l'opposizione strappò l'accordo. Ad allarmare Mosca, i neofascisti ucraini (tra coloro che hanno preso il potere) erano parte del nuovo governo di Kiev. Gli Stati Uniti hanno quasi immediatamente dato la loro benedizione a quello che il Cremlino ancora oggi definisce come un "colpo di stato" mentre l'UE, sapendo che questo era ciò che Washington voleva, si è limitata a guardare.

Ed è proprio l’Unione Europea la parte che forse ha meno interessi realmente importanti in questo conflitto, non solo perché i governi degli stati membri hanno interessi divergenti e molti percepiscono la politica attuale della Commissione Europea una via di mezzo tra un fortilizio e una camicia di forza. Il processo di integrazione dell’Ucraina poteva essere avviato molto tempo fa e soprattutto con costi monetari assolutamente minori e con meno rivoli di sangue ucraino se solo ci fosse stata una seria volontà politica in tal senso; tuttavia, l’entrata dell’Ucraina nell’Unione Europea non è mai stata una priorità e non ha mai attirato enormi consensi. Invece, per la generazione di vecchi politici americani che sono cresciuti nella Guerra Fredda e con il timore dell’Unione Sovietica, lo spazio europeo (che loro chiamano comunità transatlantica) è una sorta di centro di gravità da difendere.

L’Impero della libertà attualmente beneficia più di qualsiasi parte dal conflitto russo-ucraino perché non solo la NATO è ritornata ad essere nelle mani del presidente del mondo libero lo strumento principale col quale avanzare la sua politica estera in Europa ma l’organizzazione stessa si è pure espansa e ha ora un lungo confine con la Federazione Russa rafforzando così la capacità di deterrenza e contenimento di Washington contro Mosca; ma soprattutto la Casa Bianca è riuscita ad ottenere uno sganciamento culturale, commerciale, artistico, persino energetico del blocco europeo dal mondo russo. L’aspetto dell’energia è cruciale perché gli Stati Uniti hanno persino sanzionato un porto, le imprese e gli individui coinvolti nella costruzione del Nord Stream 2 in Germania perché dal loro punto di vista è uno "strumento di coercizione e leva politica" che Mosca potrebbe utilizzare contro Berlino che rischia di indebolire significativamente i legami degli Stati Uniti con la Germania e altri alleati europei. (21) Allora, il governo della cancelliera tedesca Angela Merkel condannò le misure esortando gli Stati Uniti a non intromettersi nella politica energetica europea. "Le sanzioni colpiscono le imprese tedesche e altre imprese europee e vediamo la mossa come un'ingerenza nei nostri affari interni", affermava all’epoca una portavoce del governo. Il ministro delle finanze e ora cancelliere Olaf Scholz definiva le sanzioni americane "un grave intervento negli affari interni tedeschi ed europei". Alle sanzioni si oppose anche l'Unione Europea. Un portavoce criticò "l'imposizione di sanzioni contro le società dell'UE che svolgono affari legittimi". (22) Ormai quelli sono tempi andati e oggi il Presidente della Republica Federale di Germania Frank-Walter Steinmeier afferma di aver fatto un errore di calcolo e che riteneva che “Vladimir Putin non avrebbe accettato la rovina morale, economica e politica del suo paese per i suoi deliri imperiali. Come altri, ho sbagliato.” (23) Il Nord Stream 2 quindi non è operativo e il governo tedesco lo ha bloccato. E nonostante gli ufficiali russi definiscano il condotto “non morto, piuttosto una bella addormentata” (24), non sembra sarà utilizzato nel breve periodo. Nel frattempo, anche il Nord Stream 1 è stato interrotto dal Cremlino finché l’Occidente non solleva le sanzioni comminate.

La sicurezza energetica dell’Unione Europea appare quindi compromessa, e probabilmente gli Stati Uniti sono riusciti a recintare il vecchio continente e tenerselo per sé. D’altra parte del mondo, a Vladivostok, presso la Conferenza Economica Orientale, il presidente russo Putin ha suscitato diversi applausi dal pubblico dopo aver dichiarato che il dominio americano nella politica mondiale va scemandosi e come sia impossibile isolare la Russia dall’economia mondiale. Più che approvazione su quanto il presidente russo stesse dicendo, forse quello che tutti stavano cercando di trasmettere era che il resto del mondo può andare avanti senza gli Stati Uniti lasciandosi alle spalle i giorni in cui Washington imponeva al mondo di fare ciò che voleva. Soprattutto quando si tratta di integrazione dell'Estremo Oriente, un mondo senza gli Stati Uniti potrebbe davvero prendere forma.

In Estremo Oriente si sta formando la più grande cintura di produzione industriale del mondo. È stato creato un modello internazionale di divisione del lavoro transfrontaliero tra Cina, Giappone, Corea del Sud e ASEAN e le esportazioni totali della regione hanno già superato quelle dell'UE e del Nord America messi insieme. È molto probabile che i prossimi due decenni vedranno il più grande trasferimento di ricchezza della storia, dalla comunità transatlantica all'Estremo Oriente, dove vengono costituite migliaia di società di gestione patrimoniale e fiduciarie. L'Estremo Oriente sta diventando il fulcro dell'innovazione della rivoluzione intelligente. Pechino, Shanghai, Shenzhen, Seoul, Singapore e Tokyo sono tra le città high-tech del mondo e tecnologie come il trasporto senza conducente, l'implementazione dell'IT urbano, le reti di sensori, i pagamenti senza contanti, le tecnologie per il risparmio energetico, le batterie di accumulo di energia, la sorveglianza urbana e la telemedicina si sta innovando e si sta diffondendo molto più rapidamente nei paesi dell'Estremo Oriente che in Europa, negli Stati Uniti e in altri paesi.

Il mondo sta cambiando. Dinnanzi a noi si aprono nuovi scenari. Siamo in mare aperto.

BIBLIOGRAFIA

1) US AND EUROPE’S OBSESSION WITH RUSSIA EMOTIONAL, VISCERAL - Q&A RAISINA DIALOGUE | Dr. JAISHANKAR
https://www.youtube.com/watch?v=x-df4KWgsEE

2) THEY ARE ‘CIVILISED’ AND ‘LOOK LIKE US’: THE RACIST COVERAGE OF UKRAINE, GUARDIAN | MOUSTAFA BAYOUMI
https://www.theguardian.com/commentisfree/2022/mar/02/civilised-european-look-like-us-racist-coverage-ukraine

3) WESTERN MEDIA’S RACIST REPORTAGE ON UKRAINIAN REFUGEES | GRAVITAS
https://www.youtube.com/watch?v=KBRwmTVVKQk

4) HOW A WAR ON THE EDGE OF EUROPE BECAME A TRAINING GROUND FOR THE FAR-RIGHT | VICE
https://www.vice.com/en/article/88ngmx/ukraine-war-far-right-decade-of-hate

5) UKRAINE’S NATIONAL MILITIA: “WE ARE NOT NEO-NAZIs, WE JUST WANT TO MAKE OUR COUNTRY BETTER”
https://www.theguardian.com/world/2018/mar/13/ukraine-far-right-national-militia-takes-law-into-own-hands-neo-nazi-links

6) FAR-RIGHT EXTREMISTS HAVE BEEN USING UKRAINE’S WAR AS A TRAINING GROUND. THEY’RE RETURNING HOME. | VICE
https://www.vice.com/en/article/vb95ma/far-right-extremists-have-been-using-ukraines-civil-war-as-a-training-ground-theyre-returning-home

7) L’INVENZIONE E IL FALLIMENTO PUTINIANO DEL RUSSKIJ MIR, GABRIELE NATALIZIA | IL MONDO DI PUTIN, PAG. 28-32

8) LE RADICI DELL’IDENTITA’ UCRAINA, ANDREA CARTENY PAG. 31

9) SULLA STORICA UNITA’ DEI RUSSI E DEGLI UCRAINI, VLADIMIR PUTIN
http://en.kremlin.ru/events/president/news/66181

10) THE END OF HISTORY AND THE LAST MAN
https://www.amazon.it/End-History-Last-Man/dp/024199103X/ref=sr_1_1?__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&crid=3UHARTFQKOVXR&keywords=francis+fukuyama+the+end+of+history&qid=1663518934&sprefix=francis+fukuyama+the+end+of+history%2Caps%2C81&sr=8-1

11) DISCOVERING HISTORY IN CHINA, PAUL COHEN PAG. 95
http://cup.columbia.edu/book/discovering-history-in-china/9780231151931

12) PEOPLE ARE PAYING TO PAINT PERSONAL MESSAGES ON ARTILLERY | NEW YORK TIMES

https://www.nytimes.com/2022/08/22/world/europe/ukraine-artillery-shells.html

13) MISSILE MAIL. UKRAINIAN VOLUNTEERS WRITE DEADLY GREETINGS TO RUSSIA TO RAISE MONEY

https://kyivindependent.com/national/missile-mail-ukrainian-volunteers-write-deadly-greetings-to-russia-to-raise-money

14 ) INDIAN FOREIGN MINISTER SUBRAHMANYAM JAISHANKAR FULL INTERVIEW

https://www.youtube.com/watch?v=7EEiIlZWO4E

15) SOUTH AFRICA FOREIGN MINISTER NALEDI PANDOR STATEMENT
https://www.youtube.com/watch?v=ta5mR4Ig-YI

16) REPORTING ON EU RESPONSE TO SOUTH AFRICA FOREIGN MINISTER STATEMENT
https://www.youtube.com/watch?v=yQFczdERqvI

17) MACRON CALLS RUSSIA ‘ONE OF THE LAST IMPERIAL COLONIAL POWERS’ ON AFRICA VISIT
https://www.france24.com/en/africa/20220728-marcon-calls-russia-one-of-last-imperial-colonial-powers-in-benin-visit

18) IGNORE WESTERN HYPOCRISY, PUTIN WILL DO WHAT HE WANTS, SIMON TISDALL, OPINION | CNN
https://edition.cnn.com/2014/03/07/opinion/putin-western-hypocrosy/index.html

19) WHAT JOE BIDEN ACTUALLY DID IN UKRAINE | NEW YORK TIMES
https://www.nytimes.com/2019/11/10/us/politics/joe-biden-ukraine.html

20) "F**k the EU" US DIPLOMAT EMBRASSAED AFTER UNDIPLOMATIC LANGUAGE CAUGHT ON TAPE

https://www.youtube.com/watch?v=bdygnTrrGVI

21) US SENATORS THREATEN GERMANY’S PORT TOWN OF SASSNITZ OVER NORD STREAM 2 GAS PROJECT

https://www.dw.com/en/us-sanctions-nord-stream-2-gas/a-54565504

22) GERMANY, EU DECRY US NORD STREAM SANCTIONS | DW

https://www.dw.com/en/germany-eu-decry-us-nord-stream-sanctions/a-51759319

23) “WRONG ABOUT PUTIN” DID GERMANY AND FRANCE TURN A BLIND EYEN TO THE THREAT FROM RUSSIA?

https://www.france24.com/en/europe/20220405-wrong-about-putin-did-germany-and-france-turn-blind-eye-to-threat-from-russia

24) RUSSIAN AMBASSADOR CHIZHOV NORD STREAM 2 IS NOT DEAD ITS A SLEEPING BEAUTY

https://www.euractiv.com/section/global-europe/interview/russian-ambassador-chizhov-nord-stream-2-is-not-dead-its-a-sleeping-beauty/