Tutto ciò che non va con il triste e ipocrita "Prima gli Italiani" e come per gli Italiani esista una via decisamente migliore

 
Fotografia: Matteo Salvini Pagina Ufficiale Facebook

Fotografia: Matteo Salvini Pagina Ufficiale Facebook

Prima gli Italiani. Cosa c’è di male dopotutto in queste semplici parole. Non dovrebbero venir prima gli Italiani? Da un certo punto di vista è importante che il governo e ogni apparato dello Stato lavori per tutelare, favorire e ampliare gli interessi degli Italiani, dentro e fuori i confini nazionali. Viviamo in un mondo fortemente interconnesso e dove vi sono fortissimi interessi economici e politici che influenzano potentemente la nostra vita quotidiana. C’è bisogno dello Stato che si faccia garante degli interessi geopolitici di una comunità organizzata specialmente in questi tempi dove si ha l’impressione di essere nel bel mezzo di un oceano su una nave senza nocchiere. E su questo non c’è nulla di nuovo. La novità semmai è che sia la Lega a gridarlo e che venga persino ritenuta credibile dai più.

Il successo della Lega non è dovuto tanto ai poteri mediatici, subliminali e taumaturgici di Salvini che molti gli attribuiscono. Gli danno troppo credito, troppa intelligenza, troppa arguzia. Fare foto e dirette non è così difficile. Sono cose che qualsiasi adolescente riesce tranquillamente a fare nel bagno di casa molto meglio di Salvini, anche se dubito che un giovane possa uscirsene con qualcosa simile al "Vinci Salvini". Sono infatti i suoi detrattori a fare di tutto pur di non porsi come una alternativa possibile, seria e credibile perché in realtà, diciamocela tutta, non hanno voglia di governare. La Lega e il Movimento Cinque Stelle avevano un interesse ad arrivare sugli scranni di Palazzo Chigi: non c’erano mai stati. Gli altri li hanno semplicemente lasciati fare. Altrimenti non si spiegherebbe come sia possibile avere un governo che procede virtualmente senza alcuna opposizione. Nessuno è seriamente intenzionato a governare. E li capisco. Il paese è allo sbando e con un avanzato stato di demenza senile perché solo questo può aver mandato in avanti il partito che si è costituito proprio per bruciare il Tricolore e dividere l'Italia. Sentirli oggi gridare “Prima gli Italiani” fa solo ridere. Una metamorfosi kafkiana degna della sinistra che ormai si è spostata di gran lunga più a destra della destra. Una sinistra che disprezza i lavoratori visti come scansafatiche trovando tutte le loro rivendicazioni ignoranti e razziste. Destra e sinistra oggi sono sovrapponibili, sono la stessa cosa. Non più due facce della stessa medaglia. La metamorfosi della Lega, tuttavia, ha veramente del ridicolo e del goffo insieme. Sono passati ad essere una forza rivoluzionaria, reazionaria, antistatale e antinazionale a Padri della Patria con Salvini acclamato come “Capitano”. Accusarlo di essere un fascista è da allucinati. Fuorviate oltre che essere totalmente inutile. Una critica seria non si può muovere sull’analogia col passato. Nonostante l’Italia sia un paese di vecchi, non è possibile che si debba sempre tirare in ballo qualche collegamento con ciò che fu per validare il nemico. Il presente è ben diverso e poi basta semplicemente prestare attenzione a cosa la Lega voglia dire con “Prima gli Italiani”.

La domanda è lecita: di quali Italiani parla? Ilaria Cucchi ha visto morire suo fratello per mano di due poliziotti che per quasi dieci anni hanno tenuto il silenzio. Una donna contro cui si è detto di tutto. Salvini all’epoca non era ancora ministro ma si è lasciato andare in dichiarazioni che hanno sminuito Ilaria Cucchi. L'amore e la lealtà di Ilaria nei confronti del fratello morto, mi ha commosso. La posizione di Ilaria non era facile. Ha subìto pressioni inimaginabili e ha avuto contro tutti per quasi dieci lunghi anni. Prima di tutto lo Stato. Lo Stato ha complottato alle spalle di questa donna e della sua famiglia, ma prima ancora dietro le spalle del fratello morto. Oggi, che il velo di omertà è finalmente caduto, è doveroso chiedere scusa per i toni e ammettere di aver sbagliato condotta anche se prima non si ricopriva la carica, e questo per gli Italiani di ieri, di oggi e soprattutto per gli Italiani di domani. Purtroppo ci hanno abituati male. Siamo assuefatti da tanta sciatteria. La decenza, il decoro e il rispetto sembrano virtù di altri tempi per cui gli Italiani è meglio siano secondi, non primi.

Molto è stato scritto sullo stato finanziario della Lega. Ormai è un segreto di pulcinella. Il partito del Capitano ha truffato lo Stato Italiano, quindi gli Italiani, per quarantanove milioni di euro. Non si conosce bene la destinazione di quei soldi, quello che comunque si evince dalle carte è che pur di non spingere la Procura a cercare dove siano questi soldi, è stato concesso alla Lega di ripagare il maltolto in comode rate da cento mila euro ogni due mesi. Si stima che nell’arco di quasi un secolo la Lega salderà il suo debito, in ottantuno anni per la precisione. Dubito che queste condizioni agevolate vengano anche solo prospettate a qualsiasi privato cittadino quando trasgredisce la legge. Ma cosa importa, prima gli Italiani! Anche se, a quanto pare, ci sono Italiani più uguali di altri.

Poi passiamo a quello che più volte viene rinfacciato alla Lega, ossia di essere una forza politica razzista. Anche qui si confondono le questioni. La Lega Nord per l’Indipendenza della Padania è nato come un partito di rappresentanza di istanze sollevate da movimenti indipendentisti lombardi che si sono poi associati con quelli veneti e qualcheduno in Piemonte, Toscana e in Emilia Romagna. Il loro nocciolo duro è da trovarsi tra gli agricoltori e industriali lombardi e veneti, e questi signori non brillano certamente né per cosmopolitismo né per amor patrio . In accordo alla loro vocazione separatista la Lega si è scagliata da sempre e fin dalla nascita contro le regioni meridionali, da Roma in giù, con disprezzo, scherno e palese razzismo. E non è necessario tirare fuori l’immigrazione clandestina di persone oltre i confini nazionali. Anzi, quello che dicono sul traffico illegale di essere umani è coerente con la loro vocazione localizzata e identitaria e, dal punto di vista legale, legittima. L’immigrazione clandestina non è il problema dell’Italia e degli Italiani. E l’immigrazione clandestina non riguarda soltanto i “neri” come quasi a dire che in quanto nero, Salvini ce l’ha con me. Anche perché, pur notandosi di più, gli africani subsahariani sono la minoranza degli stranieri in Italia, vuoi che siano regolari o irregolari. Contrastare l’immigrazione clandestina è un interesse degli Italiani, e lo sono anch’io. Ovunque provenga. E legittimarla come se fosse una cosa normale, da “neri”, è frutto di quel paternalismo misto a pietismo squisitamente classista e razzista che una vecchia Italia ancora guarda al continente africano. Gli oppositori di Salvini sono loro stessi razzisti nella misura in cui mi negano nome e identità, affibbiandomi un “nero” che per loro non può significare cittadino italiano ma solo e soltanto il diseredato che viene deportato in fin di vita per mezzo di navi private a Lampedusa in modo da poter essere usato nella lotta politica. Mi ha sempre un po’ accigliato la parola “accoglienza”. Evidentemente si pensa, con una certa supponenza, che abbiamo qualcosa da offrire agli altri ma sarebbe più saggio e più solidale pensare attivamente di non contribuire a destabilizzare certe nazioni, incrementare le sofferenze di tanti, insomma non rompere le scatole a casa loro. Tuttavia, è più comodo giovarsi delle conseguenze nefaste di scelte scellerate e sfruttare la vita e dei corpi dei miserrimi. La sinistra, il bastione delle classi subalterne, se fosse davvero internazionalista dovrebbe fare questo ma preferisce delocalizzare i propri interessi su qualche nave privata e sfruttare gli sfruttati non certo difenderne la dignità e i loro interessi. Come d’altronde quelli degli Italiani. Perché questa è una lotta ideologica dove in realtà, sullo sfondo, gli interessi degli Italiani non ci sono minimamente.

Lo slogan “Prima gli Italiani” è una brutta proiezione anni Cinquanta abbastanza invecchiata degli Italiani. Sebbene l’età anagrafica al governo sia scesa, questi signori continuano a parlare e ad usare idee e categorie vecchie. Gli Italiani sono molto diversi e in ogni settore i grandi assenti sono gli Italiani dai diciotto ai quarant’anni. La nostra realtà è filtrata dalla stanchezza e dall’inadeguatezza dei vecchi e dei "giovani anziani" e da quello che proiettano sull’intera società. Mostrare questa Italia, la componente in forze e industriosa di uomini e donne, non è difficile ma i partiti che per vocazione dovrebbero lavorare duramente per portare al comando coloro che risultano sconfitti nei rapporti di forza, hanno da lungo tempo fatto coincidere la lotta di classe (si sarebbe detto una volta) con la strenua difesa dei propri interessi e il mantenimento delle loro posizioni. Dimenticandosi persino che lingua parla il popolo dei lavoratori, visto che non sembrano capirli bene. Occhio, non voglio dire che la Lega lo sappia fare meglio, come abbiamo già detto, gli Italiani non vengono affatto prima tuttavia appaiono più credibili nel trasmettere l’idea che ci credono sul serio di fare gli interessi della Nazione. Il fatto che l’opposizione non esista, li rende decisamente più appetibili anche perché non fanno nessuno sforzo concreto per andare al governo e la Lega senza sforzo ha il timone del Bel Paese. Intendiamoci, non per merito proprio.

La metamorfosi della Lega l’ha resa una forza pseudo-progressista, di una pervertita e ipocrita matrice cattolica che per alcuni regala dei connotati falsamente conservatori, si pone come ultimo sindacato dei lavoratori italiani, protettore dei confini che dalla Padania si sono spinti fino a Lampedusa, insomma, la Lega rappresenta tante cose diverse e che confliggono tra di loro. Cose che peraltro non è mai stata. E questo perché gli Italiani non hanno avuto e non hanno alcuna alternativa seria e credibile. Probabilmente non la vogliono nemmeno, ma smettiamola di dare “Bravo, Matteo!”. Non c’è davvero nulla di straordinario nel Capitano.

Fotografia: David Catry

Fotografia: David Catry

Quale l’alternativa? Qual è la via migliore per gli Italiani? Esiste? Credo che in realtà un buon esempio sia rappresentato dalla squadra femminile di calcio che rappresenta la totale noncuranza del Bel Paese nei confronti di chiunque voglia semplicemente fare. Essere una calciatrice in Italia non è considerato un lavoro quindi nessuna assistenza previdenziale e assicurativa, nessun diritto alla malattia, alle ferie, alla maternità, insomma, delle semplici dilettanti. E davano così fastidio nelle loro rivendicazioni che l’allora Presidente della Lega Nazionale Dilettanti, Felice Belloli, ha dichiarato: “Basta non si può sempre parlare di dare soldi a quattro lesbiche!” Per intenderci era lo stesso signore avrebbe dovuto tutelare gli interessi delle sue iscritte. Oggi quel signorotto si è dimesso e dopo quattro anni vedi la squadra italiana femminile a giocare alla grande ai Mondiali di Calcio in Francia. Questi sono gli Italiani che fanno, e ne conosco tanti. Dove per “Prima gli Italiani” intendono mettere prima il meglio che sanno fare. Perché sanno fare qualcosa, e la sanno fare bene, benissimo. Ed in questo sì che c'è dello straordinario. Ed è la via decisamente migliore per gli Italiani tutti. Creandosi un varco lì dove sono le crepe, lì dove ci sono persone incompetenti, lì dove c'è disperazione, lì dove c'è bisogno, lì dove c'è sogno, riscatto e opportunità. Nonostante tutto.