Una mente indagatrice

 

Kabaka Mutesa I e le sue discussioni con Ernest Linant de Bellefonds

tratto da Itinéraine et Notes. Voyage de service fait entre le poste militaire de Fatiko et la capitale de M’Tesa roi d’Uganda. Fevrier-Juin 1875, Bulletin Trimestriel de la Société Khédiviale de Geogragraphie du Caire, ser. I, 1876–7, pp. 58–62, 73

Kabaka M’Tesa I, il trentesimo Kabaka (Re) di Buganda. Unica foto di M’Tesa e la corte scattata dall’inglese H.M Stanley nel 1875, conservata nel Museo Africano a Namur, Belgio

Kabaka M’Tesa I, il trentesimo Kabaka (Re) di Buganda. Unica foto di M’Tesa e la corte scattata dall’inglese H.M Stanley nel 1875, conservata nel Museo Africano a Namur, Belgio

21, 22, 23 Aprile

Ho avuto diverse discussioni con M’Tesa durante gli ultimi tre giorni. Le nostre conversazioni erano incentrante sulle molteplici e differenti potenze al momento nel mondo: l’America, l’Inghilterra, la Francia, la Germania, la Russia, l’impero Ottamano , le costituzioni, il governo, la potenza militare, la produzione, l’industria e la religione.

La sorella del Re era presente a queste sessioni. Le figlie e le sorelle del Re non camminavano mai a piedi, venivano sempre portate in giro dai loro schiavi.

25 Aprile M’Tesa mi convocò alle undici e anche il fachiro della Xoderia è stato convocato per la stessa ora. La nostra conversazione si è esclusivamente incentrata sul Corano. Il povero fachiro non sapeva più come rispondere a tutte le domande del Re che dovetti dargli una mano. Ho informato il Re di un sistema di commercio fondato sulla moneta dove il valore dei beni è basato sui tallari. Questo sistema rende più semplice il commercio e le transazioni.

27 Aprile

In risposta a tutte le domande poste da M’Tesa riguardanti il cielo, la terra, la luna, il sole e le stelle e per cercare di rendergli chiaro il movimento dei corpi celesti ho dovuto rappresentare delle forme su una superficie con i corpi celesti rappresentati da delle piccole biglie di vetro. Questa sorta di lezione ha avuto luogo oggi. All’incontro hanno preso parte pochi eletti: il katikiro (il primo ministro), un capo contea, quattro ufficiali governo, due scriba e pochi favoriti. Ho spiegato loro i quattro punti cardinali, la rotazione della terra, il suo movimento intorno al sole, la notte, il giorno, le stagioni, il movimento della luna intorno alla Terra e le sue fasi (che ho spiegato per mezzo di uno specchio) e in generale il movimento del nostro sistema solare nello spazio.

Ernest Linant de Bellefonds, esploratore, capo ingegnere per i lavori pubblici in Egitto

Ernest Linant de Bellefonds, esploratore, capo ingegnere per i lavori pubblici in Egitto

M’Tesa ha afferrato tutto perfettamente. Ci siamo seduti sul terreno in cerchio e regnava un’atmosfera davvero cordiale, piacevole. Non avevo mai visto M’Tesa così felice. Era la prima volta che abbiamo parlato direttamente senza l’uso di interpreti e questo è contro tutte le norme dell’etichetta. In seguito, M’Tesa stesso spiegherà poi tutto alla corte sbalordita.

E’ davvero sorprendente come M’Tesa fosse capace di ispirare i suoi consiglieri, la corte e molta della sua gente a questa ricerca del sapere, a questa spinta ad educarsi da soli, a proiettarsi verso la conoscenza. C’è molta rivalità tra loro e c’è un forte desiderio di conoscenza. Questo popolo è indagatore, scrutatore e intelligente con delle menti che desiderano imparare dall’uomo bianco la quale superiorità loro riconoscono, e con l’aiuto di una missione che tra le sue fila conti contadini, artigiani e fabbri, questi Ganda diventeranno presto un nazione industriale. Se questo mai avverrà, i Ganda diventerebbero un centro di civiltà per tutta questa parte d’Africa.

Ho lasciato il Re alle due del pomeriggio dopo aver accordato un altro incontro alle quattro. C’erano le stesse persone che mi ero trovato la mattina. Abbiamo parlato della Genesi. M’Tesa aveva già la storia della Genesi scritta su un supporto. Ci siamo lasciati all’imbrunire. M’Tesa è incantato e credo di poter ottenere da lui tutto ciò che voglio.

17 Maggio

Ieri e oggi ho avuto una lunga discussione con M’Tesa riguardo ai doveri dell’uomo verso sé stesso e verso i suoi vicini.

Io gli parlai di vari precetti, un miscuglio di filosofia socratica e moralità cristiana. Ma ciò che ha inquietato di più il Re è stato cercare capire di cosa è composto il paradiso, l’inferno e gli angeli. “Dove sono posti e che tipo di gioia e punizione ci aspettano dopo la morte?” e ancora: “è vero che il corpo vive ancora dopo la morte? Se così fosse, e dato che il corpo è materia, non dovrebbe anche Dio avere quindi un corpo?”

26 Maggio

M’Tesa è convinto di avere essenza divina e questo a volte lo porta ad avere un comportamento vanaglorioso e vanitoso. Appare ridicolo e questa sua superficialità non predispone molto bene molte persone nei suoi confronti. Nonostante i suoi difetti, è certamente l’africano più intelligente che viva tra il fiume Sobat e l’isola Ukerewe. Il Re apprende i costumi, le abitudini e i governi di tutti i paesi stranieri e tutto questo non per pigra curiosità ma con l’idea di diventare sempre più ben informato e di portare qualche utile riforma nel suo paese.

Grazie a lui, il popolo di Buganda è oggi molto ben al di sopra di altri popoli che ho visitato, come d’altronde l’Europa civilizzata è al di sopra dell’Arabo Beduino, quei primitivi nomadi del deserto.

La sua autostima è estrema ed è molto preoccupato riguardo quanto il mondo civilizzato potrebbe pensare di lui e la sua più grande ambizione è che il suo nome venga ricordato dai posteri. Lui vuole che la storia lo ricordi come il fondatore della razza umana.

“Io sono chiamato M’Tesa”, mi ha detto un giorno. “che nella lingua del mio popolo significa, riformatore, benefattore. Io voglio che la Storia dica di me che se quando nacqui non mi fu dato questo nome, i posteri me lo daranno con la mia morte.”